In un periodo particolarmente felice
per i traffici anconetani e lungo la Via Pubblica della città, ora
Via della Loggia, nasce il palazzo Benincasa, frutto dell’ascesa
sociale di Dioniso, aggregato dal 1446 alla cittadinanza veneta. La
parte più antica dell’edificio
si distendeva dal palazzo dei
Trionfi, oggi ricostruito, fino all’angolo ottuso visibile dalla
strada, mentre il congiungimento con la Loggia dei Mercanti risale
alla metà del XVI secolo.
Nel corso del tempo, il palazzo ha subito numerosi interventi,
mantenendo un significativo ruolo nella vita cittadina. Fino al
XVIII secolo, il pianoterra comprendeva quindici arcate, tre delle
quali con funzione di ingressi e due di rimessa per le carrozze;
verso il porto, altri locali erano adibiti a cantine e magazzini.
Nella seconda metà del Settecento, tuttavia, il palazzo è al centro
di una grande trasformazione: scompaiono molti elementi della
facciata e l’intero edificio viene alzato di un piano, con la
conseguente perdita della sporgenza del tetto. La rimessa per le
carrozze lascia il passo a nuove botteghe, in coincidenza con lo
svolgersi della vita cittadina sempre più lungo la via. Come
l’esterno, anche l’interno assiste a numerosi interventi: si elevano
tramezzi e inseriscono scale, nel tentativo di armonizzare il
rapporto tra la costruzione ex novo e le parti incorporate. Nel
contempo, il pittore lombardo Luigi Pallavicini realizza gli
affreschi delle stanze più importanti
(oggi sede della biblioteca),
alternando vedute cittadine celebranti la grande ripresa
settecentesca a soggetti simbolici e dalla complessa trama iconologica. Nel medesimo appartamento si realizza una porta lignea
laccata e dorata, collegamento diretto e privilegiato dei Benincasa
con l’attigua Loggia del Mercanti.
Protagonista dei maggiori eventi storici cittadini, come la presenza
dei francesi, il palazzo giunge così al 1903, anno in cui viene
riconosciuto di Classe II, ossia monumento di interesse provinciale.
Solo sette anni dopo, nel 1910, se ne eleva il rango a monumento di
interesse nazionale. Poco dopo, nel 1918, gli eredi della famiglia
Benincasa, i Giovannelli, ne decidono la vendita e il Comune di
Ancona, sostenuto dall’opinione pubblica, si decide ad acquistarlo.
Tuttavia, non potendo sostenere le spese necessarie al suo restauro
e affaticata dai semplici costi di manutenzione, la pubblica
amministrazione decide nel 1924
di vendere l’edificio, acquistato
dall’INA. Il nuovo proprietario, con l’acquisto, si impegnava ad un
restauro immediato nei confronti della Direzione Generale delle
Belle Arti.
Affidato a Guido Cirilli, il restauro assume a modello il palazzo
priorale di Montecassiano e ci consegna sostanzialmente l’edificio
odierno. Non mancarono però interventi successivi, specie a seguito
del terremoto del 1930 e dell’occupazione da parte delle forze
alleate, ma fino al 2000 si trattò di opere di adeguamento e
consolidamento: a differenza di palazzi vicini, questo poteva dirsi
fortunato, scampando egregiamente alle devastazioni degli incendi e
dei bombardamenti.
Nel 2000, anno di passaggio dall’INA alla Pirelli Real Estate,
iniziarono importanti interventi di restauro degli affreschi del
piano nobile, al cui indiscusso valore artistico ed iconografico si
accompagna l’affetto della cittadinanza. Infine, il gruppo Amatori,
nuovo proprietario del palazzo, dopo l’importante e decisiva
pulitura degli esterni, ha provveduto ad una serie di adeguamenti e
sistemazioni interne,
capaci di rispettare la storia e l’anima
dell’edificio e, nel contempo, di renderlo una fruibile parte
integrante della vita cittadina. Il progetto, affidato agli
architetti Donatella Maiolatesi ed Andrea Carlini di Jesi (AN),
riguarda tutti i sette livelli della costruzione e vuole in un certo
modo restituirla alla città. I lavori edili sono stati realizzati
dall’impresa AWR di Recanati (MC), mentre i lavori di restauro degli
apparati decorativi fissi dalla ditta Pacioni Roberta. Tutti i
lavori sono stati diretti dagli ingegneri Giorgio e Lorenzo Tommasi
ed Alberto Fattori di Ancona.
In occasione della presentazione della Biblioteca, è stato
pubblicato dal Lavoro Editoriale il volume I Benincasa, La famiglia,
il palazzo, la biblioteca, di Alessandro Mordenti, al quale
naturalmente rimandiamo per gli approfondimenti sulla storia e le
vicende della nostra sede.
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